E’ affidato ad UmbriaEnsemble, quest’anno, il tradizionale “Concerto sotto l’Albero” che si tiene ogni anno a Gubbio e che è senz’altro tra gli eventi più attesi di tutto l’anno in Umbria. Promosso dal Comune di Gubbio insieme con l’Associazione Amici della Musica e del Gubbio Summer Festival; con il patrocinio della Regione dell’Umbria, il contributo della Camera di Commercio di Perugia e della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Roma; con la preziosa collaborazione del Gruppo COLACEM e del Park Hotel Ai Cappuccini, il “Concerto sotto l’Albero” quest’anno acquista un sapore tutto speciale. Insieme con il tradizionale grande repertorio musicale classico, infatti, gli organizzatori hanno voluto celebrare un anniversario importante e significativo: i cento anni dalla fine della Grande Guerra. Un gesto di valore non solo storico, ma anche sociale e morale, che acquista una indubbia valenza positiva in questo particolare momento dell’anno in cui ci si dispone al Natale con spirito rinnovato ed attitudine introspettiva e riflessiva. La celebrazione della fine della guerra come tacito impegno a cercare la pace e l’armonia. Un’armonia che nel raffinato scenario del Teatro Comunale “L. Ronconi” di Gubbio si esprime con un repertorio che va dal Barocco - attraverso il Classicismo - fino al Romanticismo più lirico dell’Opera italiana. Il Quartetto d’Archi di UmbriaEnsemble (A. Cicillini e C. Rossi, violini; L. Ranieri, viola; M. C. Berioli, violoncello) aprirà il Concerto con la famosissima “Eine kleine Nachtmusik” K525 di Mozart, per poi continuare con Albinoni, la gioiosa Ouverture de “La Gazza ladra” di Rossini (di cui ricorre quest’anno il 150° anniversario) ed il sublime “intermezzo” dall’Opera “Cavalleria Rusticana” di Mascagni. Al centro del programma, una selezione di canti della Grande Guerra a cura del Coro alpino “Colle del Sole” della sezione CAI di Perugia, diretto dal M° Paolo Ciacci. A chiudere il Concerto un brano molto amato da tutti, un canto che dalla guerra è entrato nel repertorio più ampio: “‘O surdato ‘nnammurato”. Perchè Natale è, soprattutto, amore.